I litigi tra fratelli: come intervenire?
I litigi tra fratelli fanno parte della routine di ogni famiglia: ma come bisogna comportarsi? È giusto intervenire o è meglio che se la cavino da soli?
A tutti i genitori sarà capitato di assistere ai litigi tra fratelli. C’è chi interviene prontamente a spegnere il conflitto e chi invece lascia che la tensione defluisca da sé.
La maggior parte dei fratelli litiga e discute di tanto in tanto: ci si prende a cuscinate, scappa qualche spinta, compaiono musi lunghi. Il rapporto tra fratelli è un legame di amore e odio, molto ambivalente. Ciascuno vorrebbe per sè le attenzioni del genitore e questo genera competizione e rivalità.
Questi comportamenti compaiono sin dai primi anni di vita e gettano le basi per la costruzione di quella che sarà la loro prima relazione sociale intima. Attraverso i litigi tra fratelli, i bambini si confrontano per la prima volta con il senso della condivisione, il rispetto degli spazi e degli oggetti altrui, la difesa dei propri diritti.
Il conflitto è parte della vita quotidiana ed è importante che i bambini lo imparino a gestire. Ciò che verrà appreso nel rapporto con i propri fratelli fungerà da modello per le relazioni che verranno stabilite fuori casa, con i compagni di scuola o gli amici del calcetto.
Litigi tra fratelli: qualche suggerimento
- I bambini devono imparare a stare a contatto con le emozioni associate al conflitto: rabbia, aggressività, delusione, dispiacere. Interrompere subito i litigi significherà impedire loro la possibilità di imparare a gestirli e saranno portati a ricorrere ad un adulto ogni qualvolta dovranno far valere i loro diritti.
- Offri la possibilità di spiegare il loro punto di vista e la propria posizione, negoziando con l’altro.
- Non incoraggiare la ricerca del colpevole, non passare subito alle punizioni, non offrire la soluzione. Stimolali al confronto diretto, chiedendo loro di essere sinceri. Meno si interviene, più si incentiva lo sviluppo delle loro capacità relazionali.
- Se il conflitto degenera e diventa eccessivo, si dovrà prendere posizione: invitali a discutere altrove con calma e se proprio non ti ascoltano privali dell’oggetto della discussione. Ad esempio, se litigano sul possesso del telecomando, quel giorno la tv resterà spenta per entrambi.
- Evita favoritismi e fa attenzione al linguaggio usato: permettere a un fratello di utilizzare nomignoli che colpiscono il punto debole dell’altro (ad es.”sei un asino” rivolto ad un bambino con difficoltà scolastiche) potrebbe a lungo termine danneggiare la sua autostima.
- Ricorda quanto sia importante l’esempio che diamo noi genitori: se in casa le urla e i litigi sono all’ordine del giorno, i bambini cresceranno con l’idea che i problemi si risolvano con il conflitto e per lui sarà naturale e spontaneo imitare queste modalità relazionali.
Se noti che l’aggressività di uno dei due diviene incontrollabile e si verificano spesso crisi di rabbia senza apparente motivo, forse il bambino sta cercando di comunicare che qualcosa non va. In questi casi sarebbe opportuno valutare la possibilità di chiedere aiuto ad uno psicologo per una consulenza.