Adolescenti violenti: una pericolosa richiesta d’aiuto
Adolescenti violenti: mettono a dura prova le capacità dei loro genitori, ma quale richiesta d’aiuto si nasconde dietro tanta aggressività?
Di fronte ad adolescenti violenti e sempre più sfidanti, risulta spesso difficile immaginare quanta fragilità possa nascondersi dietro la maschera. La violenza è da sempre il riflesso di conflitti ed angosce che spesso l’individuo non riesce ad esternare.
Le notizie di cronaca ci narrano spesso di adolescenti violenti, che picchiano i compagni di scuola, spintonano i genitori o si tagliuzzano il corpo nel buio della loro camera. Il fenomeno oggi è molto più diffuso di quanto si creda, coperto dal senso di vergogna dei familiari che a fatica trovano la forza di chiedere aiuto.
Adolescenti violenti: la fragilità nascosta
Gli adolescenti violenti utilizzano l’aggressività come una forma di comunicazione. Spesso dietro quegli atti incomprensibili si nascondono sentimenti associati alla perdita e al bisogno di sentirsi protetti in una fase così turbolenta come quella dell’adolescenza, dove non si è più bambini ma neanche adulti.
L’adolescenza è l’età dell’incertezza, della crisi, della rivolta contro l’autorità e la regola. Le trasgressioni sono sfide necessarie per costruire un proprio spazio all’interno della famiglia, ma in alcuni casi possono assumere una portata più ampia e allarmare i genitori.
Spesso è difficile per un genitore riconoscere una richiesta d’aiuto dietro l’ennesima spinta o la scazzottata di turno. A volte la violenza viene giocata proprio in casa, contro gli stessi genitori, destabilizzando completamente l’atmosfera familiare.
Altre volte viene agita all’esterno, nel branco, dove è più facile mimetizzarsi e sentirsi forti, protetti dalla forza unanime del gruppo.
Qualcun altro invece preferisce mutilarsi il corpo con atti di autolesionismo, procurandosi cicatrici vistose e spingendosi ben oltre, fino a mettere a rischio la propria vita.
Gli adolescenti violenti e la famiglia
Gli adolescenti violenti, nonostante sembrino rifiutare apparentemente la protezione degli adulti, stanno comunicando proprio l’opposto. Hanno bisogno di avere al proprio fianco un genitore capace di contenere la loro rabbia, di resistere all’aggressività, un adulto che non si lasci spaventare.
Più il genitore rimane impotente di fronte a questi comportamenti, più l’adolescente aumenterà il carico di violenza. Il suo obiettivo è verificare fino a che punto i genitori siano in grado di prendersi cura di lui.
In genere gli adulti tendono a reagire in due modi: o si sottomettono all’aggressività del figlio, facendo passare il messaggio che non riescono a gestire il potere o controbattono alla violenza con altrettanta violenza, mettendosi quasi in competizione.
Ciascuna delle due reazioni si rivela presto fallimentare e crea una distanza incolmabile tra le due generazioni. Non è raro osservare famiglie in cui l’adolescente violento ha la funzione vitale di mantenere unita una coppia in crisi da decenni, che ha da tempo rinunciato alla sua intimità.
È come se il figlio si facesse carico di distrarre i genitori dal loro conflitto coniugale, scegliendo un sintomo talmente eclatante da accentrare tutta l’attenzione su di sè.
Solamente andando oltre quei pugni stretti si potrà cogliere quella voragine di sofferenza mascherata, per darsi la possibilità, come genitore, di ricostruire un rapporto fatto di vicinanza e comprensione. Solo allora quell’adolescente violento non farà più paura, ma tornerà ad essere visto come un figlio bisognoso di cure ed attenzioni.
Adolescenti violenti: letture consigliate
Se vuoi approfondire l’argomento, ti consiglio due testi dello psichiatra Vittorino Andreoli, grande studioso delle problematiche adolescenziali da cui traggo costantemente ispirazione: “Lettera a un adolescente“ e “La fatica di crescere. Valori smarriti per un’adolescenza da ritrovare.”
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