Il lutto anticipatorio nelle malattie incurabili

Di fronte ad una diagnosi di malattia incurabile e a prognosi infausta, l’intera famiglia si trova a dover gestire quello che gli esperti definiscono il lutto anticipatorio.

Queste malattie non procurano la morte nell’immediato, ma portano la persona a spegnersi lentamente, giorno dopo giorno, aggravando le sue condizioni fisiche. Si parla quindi di lutto anticipatorio perchè i familiari e il paziente stesso dovranno prendere coscienza che niente sarà più come prima e dovranno prepararsi al distacco.

Questo processo di elaborazione del lutto è tipico di tutte le malattie a prognosi infausta, come determinate tipologie di tumori, alcune malattie genetiche rare o il morbo di Alzheimer, per citarne solo alcune.

La malattia coinvolge l’intero sistema familiare e non solo il paziente, esponendo tutti ad un grado di stress e di smarrimento molto elevato.

Nel lutto anticipatorio le emozioni sono molto ambivalenti: da un lato la speranza (spesso alimentata anche dalla fede) che ci possa essere un miracolo di guarigione; dall’altro il senso di disperazione pensando all’esito inevitabile.

L’elaborazione del lutto

Proprio come avviene dopo la morte di una persona cara, anche in nel lutto anticipatorio i familiari attraverseranno 4 diverse fasi di elaborazione: prima la negazione della malattia, poi la rabbia, la disperazione e per ultimo l’accettazione.

Molte persone, nel tentativo di gestire l’ansia, si dedicano completamente agli aspetti pratici della malattia, mettendo a tacere le loro emozioni. Questo nel tempo potrebbe portare ad una condizione di irrealtà, dove non si comprende più la gravità della situazione.

A volte queste malattie hanno dei tempi degenerativi molto lunghi e questo allunga i tempi del processo di elaborazione. Nel caso ad esempio delle demenze molto gravi, la persona è ancora viva, ma in realtà è come se fosse un estraneo, una parte di sé è già morta.

Spesso si accompagnano anche sensi di colpa molto profondi che portano allo sviluppo di una vera e propria simbiosi con il malato. Ci si annienta completamente, la vita sociale e lavorativa vengono messe in stand-by e assentarsi, anche solo per un pomeriggio, diventa impensabile.

Quando la stanchezza e la frustrazione iniziano a farsi sentire, può capitare di sperare nella morte del malato, per porre fine alla sua sofferenza, ma questi pensieri indicibili finiscono per alimentare ulteriormente i rimorsi e i sensi di colpa.

Il processo di accettazione della diagnosi è lungo e doloroso ed è bene concedersi tempo per affrontarlo. In questi momenti il supporto di tutti i familiari e delle persone più care può davvero fare la differenza.

Libri sull’elaborazione del lutto:

Qui sotto troverai alcuni spunti su letture che potranno esserti utili su come affrontare il lutto e la malattia. Tuttavia, nel caso la situazione rischi di diventare insostenibile, è sempre bene provare a chiedere aiuto ad uno psicologo.

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