Allattamento al seno: la relazione con tuo figlio inizia da qui
L’allattamento al seno è molto più di un semplice gesto di nutrizione. Contribuisce alla costruzione di quel legame di affidamento e cura che durerà per tutta la vita. Ma perchè questa pratica è così importante ed è sempre oggetto di vivaci discussioni?
L’importanza dell’allattamento al seno
Spesso intorno all’allattamento al seno c’è sempre una gran confusione e non è raro vedere gruppi di neo-mamme prese dall’argomento.
Oggi sono in aumento le mamme che smettono di allattare e i motivi sono diversi e variegati: cattiva informazione, ansia della poppata, scarsa fiducia nelle proprie competenze materne, ma anche motivi lavorativi.
Non è semplice per una mamma che è costretta a rientrare a lavoro doversi dimenare tra poppate e tiralatte e spesso il latte artificiale sembra essere l’unica soluzione.
Ogni mamma è potenzialmente in grado di produrre il latte necessario per il proprio neonato. Nei primi 6 mesi di vita questo è l’unico alimento di cui il neonato ha bisogno, ma l’allattamento potrebbe continuare fino ai 2 anni di età.
Il latte materno contiene tutte le sostanze nutritive necessarie per la crescita e protegge dallo sviluppo di infezioni. Inoltre favorisce lo sviluppo del sistema immunitario e neurologico.
Anche le mamme ottengono dei benefici: riescono più facilmente a perdere i chili accumulati durante la gravidanza e hanno meno possibilità di sviluppare problematiche cardiovascolari in menopausa e patologie tumorali.
I benefici psicologici dell’allattamento al seno
È proprio nel gesto di essere nutrito che il neonato inizia a percepire di essere amato, accolto e riconosciuto. L’allattamento diventa allora un gesto d’amore verso il tuo bambino e sarà solo il primo di una lunga serie.
Quando l’allattamento al seno fallisce
Quella che abbiamo descritto è in realtà una situazione idilliaca a cui ambiscono tutte le neo-mamme ma che spesso non si rivela tale. Nella quotidianità fra mastiti, febbre e dolori lancinanti, spesso ci si ritrova a piangere di nascosto in bagno, terrorizzate dall’idea di non riuscire a superare questo momento.
Non tutte le mamme hanno il coraggio di chiedere aiuto, rivolgendosi ad esempio ad una consulente dell’allattamento. Altre temono il giudizio della suocera o della mamma, dell’amica del cuore piuttosto che del vicinato.
Sembra quasi che non riuscire ad allattare sia una condanna a vita. Non parliamo poi di quando si sceglie deliberatamente di passare al latte artificiale, perchè il congedo di maternità è agli sgoccioli o perchè in realtà non ci sono alternative, come accade per molte donne libere professioniste.
Dove vanno a finire allora tutti i buoni propositi sul legame speciale mamma-bambino? E i tanto decantati benefici fisici e psicologici dell’allattamento naturale? Semplicemente bisogna reinventarsi e scoprire un nuovo modo per stare vicini.
Anche in mancanza di un contatto fisico tra seno e bambino, l’abbraccio e l’amorevolezza della mamma sapranno ampiamente compensare anche quel biberon di plastica.
Attenzione quindi a non cadere nella trappola dei sensi di colpa, a sentirsi inadeguate e “meno mamme”. Lo siete ancora, ma in forma diversa, proprio perchè diversa e speciale è ogni relazione tra la mamma e il suo piccolo.
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